Dopo l’esperienza (negativa) del La.U.Ro. (Laboratorio Unico della Romagna) la Direzione Generale di AUSL Romagna sta portando in dirittura d’arrivo anche il progetto di una Anatomia Patologia Unica della Romagna.
Il progetto prevede sostanzialmente la centralizzazione dell’analisi del materiale cito-istologico in un unico laboratorio fuori da un contesto ospedaliero. La giustificazione di questa riorganizzazione risiede come sempre nelle parole “magiche” OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE E DEL PERSONALE.
Che ancora una volta preludono invece a riduzione della qualità del servizio e ad importante impatto sulla qualità della vita lavorativa e non solo per il lavoratore.
L’esperienza del La.U.Ro. dovrebbe infatti mettere in guardia la Direzione Generale nel perseguire percorsi analoghi visto che la precedente scelta ha portato alle dimissioni volontarie piuttosto che alla richiesta di mobilità intra-aziendali o di pensionamento anticipato di molti tecnici di laboratorio.
Richieste analoghe si potrebbero verificare con l’attuazione del progetto di una Anatomia Patologica Unica con conseguente rischio di trovarsi con carenza di personale qualificato per l’esecuzione degli esami cito-istologici, il che avrebbero un impatto fortemente negativo sulla salute della popolazione romagnola.
Senza neanche inoltre avere un qualche beneficio economico da parte dell’AUSL in quanto il numero dei campioni da processare resta comunque invariato e ad esso si andrà a sommare il costo di tutta l’infrastruttura digitale necessaria.
Questo perché gran parte della portata innovativa del progetto risiede sulla digitalizzazione dei preparati. Ma a differenza di altri sistemi digitali presenti in Azienda, quale ad esempio il PACS radiologico, il supporto (vetrino) su cui l’anatomo-patologo “legge” il tessuto ed effettua la diagnosi deve sempre essere prodotto fisicamente prima di essere scansionato per essere digitalizzato.
Quindi il risultato digitale non è altro che un ulteriore tassello (con i relativi costi economici) che non ha ragione di essere, se non per l’eventuale condivisione in sessioni didattiche.
Ad oggi, il progetto va avanti senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che, informalmente, sono venute a conoscenza del progetto SOLO dagli operatori interessati.
La Direzione ha infatti ancora una volta evitato un tavolo di confronto, modus operandi che utilizza ed ha già utilizzato in passato per portare a termine progetti che impattano fortemente sulla salute dei propri concittadini, all’insaputa di tutti, rendendo note le intenzioni solamente a progetto concluso ed operativo.
Il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! esprime forte preoccupazione per il persistere di scelte organizzative da parte dell’AUSL Romagna che a nostro avviso penalizzano la qualità e l’efficacia delle cure rivolte alla popolazione e chiede pertanto alla Direzione Generale un atto di trasparenza fornendo a codesta organizzazione sindacale tutta la documentazione inerente il progetto della creazione di una Anatomia Patologia Unica della Romagna.
La Segreteria Nazionale del Sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi!
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